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Progetto contro lo spreco alimentare centro Storico di Napoli (si conclude la prima fase del progett

Un laboratorio didattico che ha coinvolto due scuole della Campania, il liceo multi indirizzo Manzoni di Caserta e l’istituto comprensivo Gennaro Barra/Lanzalone di Salerno, con l’obiettivo di sensibilizzare gli alunni delle superiori sul tema dello spreco alimentare. Ed una ricerca che ha indagato gli aspetti legati all'incrocio tra domanda ed offerta dei pasti invenduti e alla loro redistribuzione nel centro storico di Napoli. Questi gli assi portanti, tutti in ottica anti spreco, del progetto “Campania Differenzia”, promosso dal Ministero dell’Ambiente ed attuato da un partenariato coordinato da Anci, che ha concluso oggi a Napoli il suo tour di seminari tecnici di presentazione che ha fatto tappa a Salerno (13 dicembre), Avellino (14 dicembre), Benevento (15 dicembre) e Caserta (16 dicembre).

Campania differenzia, oltre alla linea anti spreco, ha conseguito altri importanti risultati sul terreno della prevenzione, cui è stato dato spazio e risalto in un momento in cui sono tante le indicazioni e le voci che chiedono meno spreco e che Anci ha sperimentato precorrendo l'attuazione della nuova legge "Gadda”.

“Il laboratorio didattico ha coinvolto sette classi di prima liceo dei vari indirizzi di studio del nostro istituto”, spiega Adele Vairo, dirigente scolastica del Liceo Manzoni di Caserta. “Dopo una prima lezione frontale gestita dagli esperti del di Last Minute Market (srl e spinoff dell’Università di Bologna), i ragazzi hanno riportato quanto appreso nei rispettivi nuclei famigliari e si è sviluppata una fase di osservazione guidata. Successivamente – continua Vairo – i sette testimonial hanno interagito con i compagni classe e con i docenti del consiglio di classe sulle cause dello spreco e sulle possibilità di contrastarlo attraverso buona pratiche”.

E’ stato poi durante un altro workshop a scuola, interamente gestito dai docenti della Manzoni, che sono state individuate le buone pratiche anti spreco. “Alla fine il risultato è stato digitalizzato e presentato in una conferenza stampa dove i relatori sono stati i ragazzi. E’ stato una sorta di ‘seminario capovolto’, un approccio cui crediamo molto, perché è proprio dalla scuola che deve partire la sensibilizzazione su questi temi”, conclude la dirigente casertana.

Segmento diverso del medesimo problema quello indagato dall’ equipe del Dipartimento Scienze politiche Università Federico II di Napoli, coordinata dal direttore Marco Musella. “Grazie ad un’analisi campionaria sugli esercizi presenti nel centro storico, siamo riusciti a quantificare in un modo più rigoroso di prima l’entità dello spreco nel circuito della ristorazione, cercando di stimarne l’impatto economico in termini di smaltimento”, sottolinea Musella. Interessanti anche gli esiti dal punto di vista della domanda. “I risultati ottenuti ci dicono di una quantità di ‘poveri alimentari’ presenti nel centro storico e di strutture e servizi di strada, promossi da gruppi ed associazioni del terzo settore, che realizzano un vero welfare alternativo al pubblico”, sottolinea ancora il docente della Federico II.

L’indagine condotta suggerisce due considerazioni: da un lato che “gli enti locali potrebbero fare molto per supportare la rete di strutture associative presenti sul territorio”. E dall’altro che “rispetto allo spreco prodotto da ristoranti e bar, queste associazioni, essendo più leggere, sono più attrezzate delle mense organizzate nel recupero del cibo sprecato”, osserva Musella.

Risultati che ora l’equipe della Federico II vorrebbe approfondire: “Speriamo ci possa essere uno step successivo sia per sviluppare i risultati estendendoli ad altri contesti cittadini che ad altri settori merceologici”, si augura il docente partenopeo. Anche perché “lo spazio di azione sarebbe enorme basti pensare, ad esempio, allo spreco dei medicinali. La sfida – conclude Musella – è quella di andare contro la logica ferrea del mercato agendo proprio sulla logica dell’efficienza, che ne rappresenta la sua stessa natura”. (gp)

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