Pensione a 57 anni sommando contributi di casse diverse
Per ottenere i 35 anni di contributi necessari per pensionarsi a 57 anni con opzione donna si potranno utilizzare i versamenti presenti in tutte le gestioni previdenziali: è questa la novità attualmente allo studio, che dovrebbe essere introdotta col decreto Milleproroghe o Omnibus.
Una novità non di poco conto, che dovrebbe consentire di pensionarsi a gran parte delle escluse dal beneficio: la pensione anticipata con opzione donna, difatti, può essere ottenuta solo se si possiedono 35 anni di contribuzione nella stessa gestione; per chi possiede contributi versati in casse diverse, l’unica soluzione è quella di utilizzare la ricongiunzione, che però ha dei costi molto alti. Peraltro, la ricongiunzione non può mai essere utilizzata per riunire i contributi presenti nella Gestione separata: a causa di questa disposizione, non può ottenere la pensione con opzione donna chi ha lavorato come libera professionista o co.co.co. (e similari), oppure con i voucher, a meno che non possieda 35 anni di contributi in un’altra cassa.
Ora tutto dovrebbe cambiare, perché il cumulo gratuito dei contributi, se esteso all’opzione donna, consentirà di ottenere questa particolare forma di pensione di anzianità agevolata anche alle iscritte alla Gestione separata. Ma procediamo per ordine e cerchiamo di fare chiarezza sul funzionamento dell’opzione donna e del cumulo gratuito dei contributi.
Opzione donna: come si ottiene la pensione anticipata
L’opzione donna è un regime sperimentale introdotto dalla Legge Maroni [1], che consente alle lavoratrici di pensionarsi con:
un minimo di 57 anni e 7 mesi di età per le lavoratrici dipendenti;
un minimo di 58 anni e 7 mesi di età per le lavoratrici autonome;
35 anni di contributi, in entrambi i casi.
I requisiti devono essere maturati entro il 31 luglio 2016.
Una volta maturati i requisiti, per ottenere la pensione si deve attendere un periodo, detto finestra, pari a:
12 mesi per le dipendenti;
18 mesi per le autonome.
La domanda di pensione, comunque, in base al principio di cristallizzazione dei requisiti [2], può essere inviata, una volta trascorsa la finestra, quando si vuole, senza limiti massimi di tempo.
In cambio del pensionamento anticipato, la lavoratrice accetta il ricalcolo contributivo della pensione. Il contributivo è un sistema di calcolo che determina un assegno di pensione notevolmente più basso, rispetto all’ultimo stipendio, dato che la quantificazione della pensione si basa sui contributi accreditati e non sulla media degli ultimi stipendi, come avviene col sistema di calcolo retributivo.
Non esiste una penalizzazione fissa, perché questa dipende dalla carriera lavorativa svolta: tuttavia, è stata registrata una decurtazione media di circa il 25-30%, rispetto alle pensioni calcolate col retributivo. Una differenza non da poco, che non va sottovalutata.
Nuovo cumulo gratuito
Il cumulo gratuito è stato istituito dalla Legge di stabilità 2013 [3] e consiste nella possibilità di sommare i contributi versati in casse previdenziali diverse per raggiungere il diritto alla pensione, mentre, per quanto riguarda la misura della pensione, ogni cassa liquida esclusivamente il trattamento maturato presso la gestione stessa.
In parole semplici, i contributi sono sommati solo per raggiungere una determinata anzianità contributiva: ad esempio, se un lavoratore possiede 66 anni e 7 mesi di età, 10 anni di contributi versati all’Inps e 10 anni all’Inpdap e non vuole ricongiungerli in un’unica cassa, perché la ricongiunzione è costosa, senza il cumulo non potrebbe andare in pensione, perché per la pensione di vecchiaia sono richiesti 20 anni di contributi. Utilizzando il cumulo, però, raggiunge i 20 anni di anzianità contributiva richiesti e può andare in pensione: l’Inps liquiderà la sua quota di pensione e lo stesso farà l’Inpdap.
Con il vecchio cumulo, però, si potevano sommare i contributi solo per ottenere la pensione di vecchiaia; inoltre, non era possibile sommare i contributi versati nelle casse professionali.
Con il nuovo cumulo, invece, è possibile ottenere anche la pensione anticipata, d’inabilità e indiretta (ai superstiti).
Cumulo: come si calcola la pensione
Il cumulo presenta dei vantaggi sia rispetto alla ricongiunzione che alla totalizzazione dei contributi.
La ricongiunzione, difatti, consiste nella possibilità di riunire tutti i contributi in un’unica cassa, ma a titolo oneroso, con costi anche ingenti; la totalizzazione, invece, comporta il ricalcolo contributivo di tutte le quote di pensione maturate presso le gestioni in cui il lavoratore ha i contributi: si tratta di un sistema di calcolo fortemente penalizzante, perché si basa sulla contribuzione effettivamente accreditata e non sulla media degli ultimi stipendi, come il sistema retributivo.
Il calcolo della pensione con il cumulo, invece, non è effettuato per forza con il sistema contributivo, come avviene per la totalizzazione: ecco perché il cumulo viene chiamato anche totalizzazione retributiva.
La determinazione della pensione è effettuata secondo l’anzianità contributiva complessiva (cioè contando tutte le casse) dell’interessato, ma ogni cassa liquida la quota di propria competenza. In particolare il calcolo è:
retributivo sino al 31 dicembre 2011 per chi possiede oltre 18 anni di contributi (considerando tutte le casse) al 31 dicembre 1995, poi contributivo;
retributivo sino al 31 dicembre 1995 per chi possiede meno di 18 anni di contributi (considerando tutte le casse) al 31 dicembre 1995, poi contributivo: si tratta del calcolo misto;
esclusivamente contributivo, per chi non possiede contributi anteriori al 1996.
Cumulo gratuito: per quali pensioni?
Dal 2017, come abbiamo detto, il cumulo può essere utilizzato per la contribuzione presente in qualsiasi cassa, comprese le gestioni previdenziali dei liberi professionisti e consente di ottenere la pensione anticipata. In particolare, il cumulo serve per raggiungere:
la pensione anticipata;
la pensione di vecchiaia;
la pensione d’inabilità;
la pensione ai superstiti.
I requisiti da applicare, per accedere alla pensione sommando i contributi di fondi diversi, sono quelli di vecchiaia o anzianità contributiva più elevati tra i requisiti di tutti gli ordinamenti che disciplinano le singole gestioni. Vale a dire che se la cassa professionale, ipoteticamente, consente di ottenere la pensione di vecchiaia con 65 anni di contributi, ma il professionista possiede contribuzione anche nel fondo pensione per i lavoratori dipendenti, potrà ottenere la pensione di vecchiaia solo a 66 anni e 7 mesi di età, perché è il requisito più alto tra quelli previsti dai diversi fondi.
Cumulo e opzione donna
In base a quanto esposto, restano diverse criticità in merito alla possibilità di utilizzare il cumulo e l’opzione donna contemporaneamente: dato che l’opzione può essere utilizzata solo ricalcolando interamente i contributi col sistema contributivo, si ritiene che tutte le quote delle varie gestioni da cumulare dovrebbero essere comunque ricalcolate col sistema contributivo, pur avendo diritto, col cumulo, al sistema retributivo o misto.
Inoltre dovrebbero restare fuori dal beneficio le casse professionali, che non contemplano l’opzione donna.
Nessun problema si pone, invece, in merito al cumulo con la contribuzione presente nella Gestione Separata, in quanto tutti i contributi presenti in tale cassa sono soggetti al calcolo contributivo.
Fonte: la legge per tutti