Canone Rai ingiustamente addebitato. Come chiedere il rimborso?
Il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo e si paga una sola volta all’anno e una sola volta a famiglia, a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione.
La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto il concetto di «presunzione di possesso» di un apparecchio televisivo per tutti gli intestatari di un contratto di fornitura elettrica. In parole povere, se si è titolari di un contratto energetico si presume anche il possesso di un televisore e che, quindi, si debba pagare il canone.
Quindi non cambiano, anche per quest’anno, le modalità di addebito: nelle bollette della luce da gennaio a ottobre compariranno 10 rate relative al canone di 9 euro ciascuna.
I termini sono scaduti il 31 gennaio 2017, come quelli per presentare l’autocertificazione per non pagarlo nel 2017. Infatti, per chi ha compiuto 75 anni e chi non possiede una tv può richiedere l’esonero.
Ma in questi giorni, con l’arrivo delle prime utenze dell’anno, molte delle famiglie che hanno fatto regolare richiesta di esonero per il 2017, si sono ritrovate con la sorpresa del Canone Rai addebitato nella bolletta della luce.
Si tratta di 30 o 40 euro (in pratica le prime rate del 2017) già messi in conto. Questo nonostante la regolare richiesta di non pagamento presentata con raccomandata entro i termini previsti. Esonero che va inviato ogni anno.
Per questo problema l’Agenzia delle Entrate si è giustificata dicendo che sì il termine per l’invio della richiesta di «esenzione» scadeva il 31 gennaio ma che era bene presentare la domanda già entro il 20 dicembre affinché potesse essere lavorata in tempi utili e quindi ecco spiegato che chi si ritrova il pagamento in bolletta potrebbe essere tra gli esoneri arrivati dopo il 20 dicembre.
Ma il problema di fondo è che il meccanismo è troppo complicato: una famiglia che non ha la Tv è costretta a comunicarlo ogni anno per tutta la vita.
Per chi paga la luce con bollettino postale, deve soltanto saldare la parte di bolletta che riguarda la luce spiegandolo nella causale e inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’Agenzia delle Entrate, con la copia della precedente richiesta di esonero. In questa raccomandata bisogna fare presente l’errore e chiedere la revisione della propria posizione.
Per chi paga l’addebito della bolletta direttamente sul proprio conto corrente, dovrà presentare la richiesta di rimborso per via telematica o per raccomandata e aspettare. Il nostro suggerimento tuttavia è quello di aspettare di vedere le prossime bollette per capire se nel frattempo c’è stata un’«autocorrezione» da parte dell’Agenzia e per evitare di dover mandare più raccomandate e iniziare una lunga rincorsa al rimborso da ripetere ogni due mesi.
Fonte: La legge per tutti