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XV Workshop Iris Network. Riflessioni all’ultimo miglio della riforma del Terzo Settore


Cari amici, oggi riproponiamo un articolo, o meglio, un resoconto ed alcune personali riflessioni sull'ultimo Workshop sull'Impresa Sociale tenutosi a Riva del garda il 14 e 15 settembre.


BUONA LETTURA !!!


Si è concluso lo scorso 15 settembre il XV Workshop sull’Impresa Sociale organizzato da Iris Network. L’appuntamento annuale di prestigio, ospitato nella bella località di Riva del Garda, rappresenta un’occasione di intenso incontro e confronto tra coloro che prestano al Terzo Settore le proprie energie e coinvolge ogni anno studiosi, professionisti, organizzazioni di ogni tipo e cittadini impegnati nel sociale.

All’indomani dell’approvazione del Codice del Terzo Settore, l’intero evento si è colorato di una singolare pregnanza. In qualità di ricercatore e di professionista del non profit riporto qualche riflessione per i lettori di Meridonare News.

L’impressione generale è che finalmente in Italia il non profit stia acquistando spazi di rilievo e stia attirando l’attenzione anche di giuristi ed economisti che non nascono come studiosi dalla vocazione prettamente sociale. Un passaggio dovuto che segue l’importanza concreta che il settore tutto ha ormai per l’economia nazionale: in ogni censimento relativo all’economia sociale, l’Istat sottolinea, nonostante la congiuntura economica, il positivo trend di crescita.

Il workshop è stata chiaramente l’occasione per approfondire la discussione sulla Riforma.

Infatti il Codice del Terzo Settore sancisce anche formalmente il diverso peso del non profit. Il dichiarato scopo del corposo intervento normativo è di fornire definizioni certe riguardanti i soggetti attori del terzo settore, la qualità delle loro attività, regole sicure circa la loro gestione.

La creazione del Codice, appare in sé un obiettivo raggiunto, rappresentando la doverosa istituzionalizzazione di un mondo che svolge da tempo attività essenziali per i cittadini. Restano, ed è fisiologico in interventi normativi così ampi, molte contraddizioni ed incertezze: si è sottolineato il mancato coraggio di sfoltire decisamente la copiosa e frazionata normativa riguardante il non profit, procedendo piuttosto ad un semplice riordino; né mancano le critiche di coloro i quali non vedono nelle definizioni del codice la corretta rappresentazione di tutte le realtà del non profit.

Emerge la necessità di attendere e lasciar trascorrere un periodo di rodaggio. Nel mentre, interventi attuativi che ancora si attendono, potranno fornire dei chiarimenti e permettere di effettuare integrazioni ed emendamenti.

Nei tavoli di lavoro si è più volte sottolineata la necessità di valorizzare e formare figure professionali in grado di fornire agli enti non profit un appoggio competente e specifico. Giuristi, economisti, fundraiser, sono adesso chiamati a misurarsi con una disciplina che acquista il rango formale di “normativa di settore”. Un sistema compiuto, le cui complessità e contraddizioni dovranno essere sviscerate e governate da professionalità dedicate. Nell’interessante ed atteso intervento durante la plenaria del 14 settembre, il prof. Antonio Fici, professore di Diritto Privato presso l’Università degli Studi del Molise e membro del tavolo tecnico ministeriale che ha elaborato la riforma del Terzo Settore, ha sottolineato il ruolo centrale che dovrà essere assunto dagli avvocati e giuristi specializzati in non profit, chiamati a interpretare e rendere fruibili tutte le prescrizioni del codice.

Non posso non concludere augurando, a tutti coloro che sono coinvolti nella vita del non profit italiano un ottimo lavoro all’indomani di questo importante intervento normativo. Come è emerso da questi ultimi lavori congressuali sarà solo la prova pratica, l’attenzione dei cittadini coinvolti in ogni organizzazione, dei rappresentanti delle stesse, dei cittadini che usufruiscono dei tanti servizi prestati dal terzo settore a poter fornire agli studiosi e a coloro che sono coinvolti nella creazione legislativa, spunti e critiche realmente utili.

A chi è impegnato come professionista nel supporto al terzo settore giunge finalmente la piccola soddisfazione di vedersi riconosciuta formalmente una branca specifica di competenza; consolazione necessaria mentre si continua affannosamente nella doverosa impresa di sviscerare tutti i meandri della riforma.



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