Il ruolo della Cooperazione nel recupero delle terre confiscate (Prof. Michele Mosca)
Cari Amici, oggi con grande fierezza vi proponiamo un interessante articolo del prof. Michele Mosca (Università degli Studi di Napoli FEDERICO II ed Euricse) in cui si parla del riuso dei beni confiscati alle mafie, il ruolo delle Cooperative Sociale e delle organizzazioni di Terzo Settore e l'Impatto socio-economico sia a livello nazionale sia a livello territoriale.
Buona lettura!!!
Dall'Introduzione
Il tema del contrasto alle mafie rappresenta un problema che interessa tutte le istituzioni e i cittadini per la rilevanza che esso ha assunto nel corso degli anni che non sottrae nessuno dalle proprie responsabilità e per la continua ascesa che le organizzazioni criminali hanno fatto registrare. Accanto alle politiche di repressione che si sono rilevate determinanti per l’indebolimento di alcune organizzazioni criminali si sono fatte strada nel corso del tempo politiche di prevenzione complementari che sembrano mostrare particolari potenzialità soprattutto per quanto riguarda la capacità che esse mostrano nell’allentare la forza delle mafie nel generare consenso sociale. Tra queste il tema del riuso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali ha mostrato, da quando fu emanata la legge 109/1996, che i beni confiscati alle mafie e riutilizzati per fini sociali e/o istituzionali possono oltre che restituire alle comunità il ‘maltolto’ delle mafie, occasioni di creazione di lavoro per persone svantaggiate attraverso la produzione di beni e servizi. Nonostante le numerose buone pratiche di riuso sociale dei beni confiscati nel nostro paese, l’elevata consistenza di beni confiscati fa apparire questa procedura come un mitico esercizio. Un argomento che spesso viene utilizzato da chi vorrebbe che tali beni fossero ad esempio venduti è che il fatturato generato e le occasioni di lavoro create rappresentano una goccia nell’oceano, per cui tali beni creerebbero maggiori vantaggi, soprattutto per le casse dello Stato, se rimessi sul mercato attraverso la loro vendita. Un semplice argomento che contrasta questa visione è proposto da coloro che si oppongono alla vendita dei beni confiscati ritenendo che tali beni sono riacquistabili in modo indiretto dai vecchi proprietari per cui una simile procedura è da considerarsi come un’operazione legale di ‘lavaggio’ del bene. Senza entrare molto nel dettaglio di queste posizioni, l’articolo ospitato su questa pagina e redatto da Michele Mosca rappresenta il primo tentativo a livello nazionale di ‘quantificazione’ dell’impatto del riuso sociale dei beni confiscati condotto da cooperative sociali e da organizzazioni non profit.